In corso Viganò, ad Acqui Terme, una lapide ricorda la figura del comandante partigiano Eugenio Guido Ivaldi (Viganò). Questi fu instancabile organizzatore del movimento di Liberazione nell’Acquese e costituì, con altri, il primo nucleo cittadino del CLN. Arrestato dai nazisti il 16 maggio 1944, fu a lungo detenuto e torturato, senza mai nulla rivelare del movimento partigiano. Trasferito a Borgo San Dalmazzo (Cn), venne fucilato. I compagni partigiani intitolarono a suo nome la 79° Brigata Garigaldi, divenuta poi XVI Divisione, che nell’aprile 1945 liberò la città di Acqui.
Ruolo | Alias | Nome | |
Comando | Mancini | Pietro Minetti | |
Comandante | Piero | Aldo De Carlini | |
Commissario | Gino | Emilio Diana Crispi | |
Capo di stato maggiore | Giovanni | Vittorio Penazzo | |
Partigiani | vedi elenco | ||
vedi anche | |||
Dalla nuova divisione “Viganò” dipendevano le brigate Carlino, Gollo, Candida. Il comando del gruppo di Rivalta (Candida) fu affidato in principio a Cleante Sgarzi (Marius)1, il comando del gruppo di Caranzano ai fratelli Giuseppe e Carlo Viotti (Milani e Testaferri), la banda di Ponti a Giovanni Roso (Giannini). I tre gruppi mancavano quasi di tutto: poche armi, nessun veicolo, nessun servizio di collegamento, nessuna rete di collaboratori. Minetti, però, era dell’avviso che anche con mezzi di fortuna fosse possibile molestare l’occupante e dar inizio alla guerriglia e così spinse gli uomini all’azione. Vennero sabotate a più riprese le linee telefoniche e telegrafiche dell’acquese e con alcuni colpi di mano fu conquistata anche qualche arma.