
La Resistenza delle donne partigiane si declina sia senza sia con le armi: due modalità non separabili che rendono ragione della vittoria della Resistenza e hanno per unico fine la libertà e la pace.
Come staffette, le donne partigiane facevano il lavoro di comunicazione e di informazione: garantivano una rete fittissima di collegamenti senza la quale l’organizzazione non avrebbe potuto funzionare. Portavano e distribuivano viveri e indumenti ai partigiani, oltre al materiale di propaganda clandestina. Trasportavano armi e munizioni, e nello stesso tempo si prodigavano per risolvere anche le questioni private dei partigiani. Organizzavano il soccorso e il servizio di assistenza ai feriti nelle case più sicure e negli ospedali. Promuovevano sabotaggi e scioperi nelle fabbriche. Facevano manifestazioni contro il caro vita, assalti ai magazzini dei viveri, cercando di svolgere delle azioni che fossero in favore anche delle famiglie più bisognose. Inoltre si occupavano di identificare i cadaveri, li componevano, avvertivano e assistevano i famigliari dei caduti.
Le donne partigiane, mentre rendevano possibile la resistenza, operavano per garantire l’assistenza non solo materiale ma anche sociale all’intera comunità. Ecco un elenco delle partigiane militanti nella nostra zona (brigata Candida), tratto dalla ricerca degli Istituti storici della resistenza del Piemonte:
N. di battaglia | Nome | nata il | residenza | professione | brigata | ruolo | |
Albertelli Elisabetta | 02/07/1922 | Genova | insegnante | candida | benemerito | ||
Ada | Balbi Ada | 16/01/1905 | Strevi | candida | volontario | ||
Piera | Daffunchio Pierina | 10/07/1921 | Serravalle | candida | patriota | ||
Marusca | Formento Maria | 07/09/1906 | Acqui Terme | casalinga | candida | partigiano | |
Maio Giuseppina | 19/02/1920 | Gamalero | candida | patriota |