Ogni anno questo periodo ci rammenta cose poco edificanti della storia europea: arduo sintetizzare idee, emozioni, dolori: importante è non dimenticare. Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche arrivano ad Auschwitz, lo liberano e scopriamo gli orrori di campi di concentramento e sterminio. La documentazione fotografica dell’epoca, e successivamente cinematografica e televisiva, offre una realistica rappresentazione di quale scempio irrazionale sia riuscito compiere l’uomo sotto la spinta di ambigui impulsi di “potere”, o altro?
Ancora e sempre allibito, memore della mia prima esperienza datata circa 1960, a fronte di tanta iniquità, ormai privo di parole, che non sembrino usuali esternazioni di circostanza, atte a descrivere e condannare tali efferate azioni, mi ritornano alla mente le rime riportate da Primo Levi nel suo libro “Se questo e’ un uomo”, tratte dalla poesia ebraica Sh’ma (ascolta).
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa e andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.10 gennaio 1946
Ognuno può ricercare sui siti internet ogni più ampia esaustiva documentazione su fatti, documenti e video del periodo. In “galleria”, su questo sito, una breve recensione fotografica del periodo e dello scempio umano perpetrato.
PER NON DIMENTICARE!