Luglio 2006, lungo la riva della Bormida.
Da alcuni anni hanno scelto il nostro territorio per la loro residenza estiva. Belli, sembrano dipinti, con intensi brillanti colori pastello e sfumature caldissime che richiamano coinvolgenti alchimie cromatiche egizie: intendo gialli, castani, marroni, rossi, arancioni, turchesi, azzurri, verdi, verdi mare, nero: da vedere!!. Chiassosi, allegri, vivaci si librano veloci sulla Bormida tra fronde di cespugli e pioppi. L’indubbia eleganza policroma della livrea (condivide la palma del piumaggio europeo più bello con il Martin Pescatore) si associa ad altrettanta eleganza nel volo e a un piacevole trillo: assolutamente da non perdere lo spettacolo corale di suoni, movimenti e colori. Socievoli, vivono in colonia, incuranti di rumori, macchine e motori, ma temono la presenza dell’uomo (se ti scopri li perdi).
nome scientifico | MEROPS APIASTER | |
famiglia | meropidi | |
ordine | coraciformi | |
Uccello migratore, diffuso in Europa meridionale, Asia sud occidentale e Africa settentrionale e meridionale, sverna in Africa, a sud del Sahara e in India nord occidentale. Lungo circa cm 30, con una apertura alare di 50, pesa 50/70 grammi. Becco nero, di cm 4, leggermente ricurvo verso il basso. Esile e variopinto, grosso all’incirca come un merlo. Nidifica dentro gallerie inclinate lunghe anche tre metri, di 6/7 cm di diametro con al termine la camera di incubazione di cm 25 di diametro, scavate in circa venti giorni nelle rive argillose o sabbiose dei corsi d’acqua.Usualmente si formano colonie di più individui. Arriva da noi a fine aprile, primi di maggio per nidificare. A metà maggio, inizio giugno la femmina depone da 5 a 8 uova, rotonde, lucide e bianche. La cova dura 7 giorni. I giovani gruccioni escono dal nido dopo circa un mese. Sia il maschio sia la femmina si occupano di costruire il nido, covare le uova, allevare la prole. I sessi sono tra loro simili.
Il Gruccione si ciba di insetti aculeati quali api (ne è ghiotto), vespe e calabroni oltre a locuste, farfalle, cicale, libellule, tafani, mosche, moscerini, coleotteri. Ogni giorno per nutrire se stesso e la sua prole necessita di circa 225 insetti grossi come un’ape (fornisce la nidiata sino a 20 prede l’ora). Prima di mangiare la preda ne rimuove il pungiglione e il veleno strofinandola e battendola su un ramo o una superficie dura (posatoio). Vola come una rondine, con essa può essere confuso, e cattura in volo le sue prede. Ha un volo ondulato, con rapidi battiti d’ala, intervallati da tratti ad ali chiuse; compie belle evoluzioni o veleggia elegantemente con volo planato durante la caccia. Il richiamo è un trillo piacevole, udibile a distanza, ripetuto continuamente. La caccia da parte di giovani e adulti si intensifica a giugno, luglio onde accumulare grasso sufficiente per affrontare le lunghissime migrazioni (svariate migliaia di chilometri, pare addirittura 16.000). Inizialmente si formano aggregazioni di pochi individui sino a formare gruppi di centinaia di uccelli che, continuando a cacciare, si spostano verso sud. Il nome scientifico riprende quello di un personaggio mitologico, Merope, padrino di Priamo re di Troia.