Cascina Borio – La Provincia dice “stop”

La Provincia ha pronunciato il “no” definitivo al progetto di discarica di rifiuti proposto dalla Riccoboni di Parma a Cascina Borio, nel Comune di Sezzadio.
Negativo il giudizio di compatibilità ambientale deliberato dalla giunta provinciale che conclude l’iter partito a fine 2011 con il deposito del progetto contrastato dai comitati, dalle associazioni e dai Comuni dell’Acquese per il rischio di inquinamento della falda acquifera sottostante, dalla quale si alimentano molti paesi.
La Riccoboni, una volta terminata la coltivazione della cava esistente, intendeva “riempire” il sito con 1,7 milioni di metri cubi di terre e rocce, rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione e rifiuti solidi ricavati dalla bonifica di terreni, oltre ad altre tipologie.

La prima conferenza dei servizi si è tenuta il 15 marzo 2012 e immediatamente sono emerse varie criticità legate al rischio per la falda, sollevate soprattutto dai comitati, dai sindaci e dalle associazioni ambientaliste. E’ stato rilevato che il Comune, all’epoca guidato dal Pierluigi Arnera, favorevole al progetto, doveva approvare una variante al piano regolatore per destinare l’attuale area di cava a discarica, situazione poi ribadita nelle successive sedute. Sono stati inoltre necessarie sei sedute del tavolo tecnico provinciale nel 2013 sulla questione della falda.

Dopo l’ultima seduta della conferenza, nella quale sono state presentate circa venti osservazioni, molte dai Comuni contrari (Acqui Terme, Rivalta Bormida, Cassine, Strevi, Alice Belcolle, Ricaldone, Castelnuovo Bormida, Terzo, Castelspina, Gamalero, Montaldo Bormida, Melazzo, Bistagno, Cartosio e Visone), il commissario prefettizio di Sezzadio, Enrica Montagna, (Arnera è caduto un anno fa proprio su Cascina Borio), ha resa nota la variante al prg che prevede solo attività estrattiva (in corso da parte dell’impresa Allara) con riqualificazione ambientale e destinazione agricola al termine degli scavi.

A Cascina Borio resta la previsione del deposito di oltre 600 mila metri cubi di smarino del Terzo valico, a rischio amianto, indicata nel Piano cave dell’alta velocità approvato dalla Regione a dicembre.
Stasera, venerdì 28 febbraio, alle 21,15, assemblea nella sala consiliare di Strevi organizzata dai comitati e dal gruppo Gente di Strevi.

28/02/2014
Giampiero Carbone – alessandrianews.it

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